Memorabilia da record

Memorabilia da record

In tempi di crisi economica i rendimenti degli strumenti finanziari tradizionali tendono a comprimersi sino a divenire negativi per un lungo periodo e gli investitori prestano maggior attenzione alla protezione del capitale; se la crisi economica è condita da tassi di interesse risicati senza realistiche aspettative di interventi rialzisti delle banche centrali, lo sguardo dei gestori si volge al comparto Alternatives, poiché dovrebbe palesare dinamiche decorrelate all'andamento dell'economia reale.
E qui entrano in gioco i Collectibles, locuzione che in italiano non significa "beni da collezione" ma "beni collezionabili". La differenza semantica è sostanziale perché i primi identificano oggetti che già godono di un unanime riconoscimento di qualità e valore (non soltanto economico, ma anche storico, artistico e culturale), laddove i secondi definiscono una categoria generica (le auto d'epoca, le gemme, i gioielli, i vini, ecc.) che non comporta necessariamente un riconoscimento di qualità o valore, né palesa andamenti "alternativi".
Non si può riconoscere a priori ai Collectibles una funzione di investimento, né come beni rifugio né all'interno del segmento Alternatives, perchè il concetto di investimento finanziario impone infatti allo "strumento" la funzione di "riserva di valore" (o "store of value"), che non è applicabile a tutti i casi di specie.
Però lo scenario cambia quando si aggiunga: una generazione sempre online (dai millenials agli appartenenti alla Gen Z) che spinge l'e-commerce e le piattaforme più innovative; una clientela globale, non necessariamente accomunata da fattori demografici o di reddito, che cerca e sceglie oggetti di alta qualità come fossero pezzi di antiquariato. Infine, l'effetto Covid, ovvero il restare chiusi in casa ha spinto i consumatori di fascia alta a nuovi comportamenti: acquisti online e ricerche di abiti, gioielli e accessori usati. Ma anche oggetti di design e quelli appartenenti a tutto il mondo dei collezionabili (dalle magliette degli idoli sportivi ai fumetti inediti), spesso aggiudicati dopo aver partecipato a un'asta online, attive solo per un periodo limitato.
Il mercato dei memorabilia sportivi negli anni ha raggiunto dimensioni notevoli diventando un'industria multimiliardaria. La fetta più grossa è negli States dove viene realizzato, secondo le stime, un volume d'affari nell'ordine di 5,4 miliardi di dollari. Ma il vero fenomeno in auge che coinvolge milioni di giovani (e anche meno giovani) è quello del reselling. Vale a dire possedere un prodotto molto ricercato, spesso in edizione limitata e poterlo rivendere a prezzo maggiorato a coloro che non riescono a ottenerlo in altro modo. Il reselling interessa in particolare il mondo delle sneakers, le scarpe da ginnastica (spesso nate dalla collaborazione tra Nike e Adidas con vari brand come Off White, Supreme, Jordan) ma anche capi di abbigliamento di vari brand come Supreme, elettronica e accessori di lusso che vengono venduti e acquistati con lo stesso meccanismo della Borsa.
Più aumenta la domanda, più si alza il prezzo e le variabili che determinano la volatilità di un paio di scarpe possono essere "singolari": ad esempio, il prezzo delle Air Jordan 1 Mid Sisterhood è schizzato (aumentato del 200%) dopo che la nipote di Joe Biden le ha indossate durante l'Inauguration Day. Ad aprile del 2020, con l'uscita su Netflix del documentario su Michael Jordan "The Last Dance", le ricerche del marchio Jordan sono aumentate del 63% e gli ordini del 90%, con offerte alle stelle. In assoluto, l'oggetto più costoso di memorabilia sportiva è una maglia da baseball indossata da Babe Ruth, star dei New York Yankees, nella stagione 1920, venduta da Hunt Auctions e aggiudicata per 5,64 milioni di dollari nel giugno 2019.
A beneficiare del fenomeno "reselling" è stata anche la Lidl che nei suoi supermercati italiani ha messo in vendita sneakers della collezione streetwear low cost a soli 13 euro. Dopo lunghe file e resse per accaparrarsene un paio, in pochi giorni l'articolo è andato esaurito. Da qui la spinta al reselling online che ha portato il costo della scarpa Lidl a livelli stratosferici.
Una delle realtà che hanno contribuito al fenomeno reselling è StockX , una tra le piattaforme di reselling più importanti in cui vendere e acquistare sneakers, ma anche capi streetwear, accessori a tiratura limitata, orologi prestigiosi, borse griffate e articoli da collezione come carte da gioco. StockX mette in contatto acquirenti e venditori con gli stessi metodi del mercato azionario, utilizzando l'anonimato e la standardizzazione per fornire prezzi di mercato in tempo reale e completa trasparenza. Tutti i prodotti sono fisicamente controllati e autenticati. La piattaforma fornisce anche approfondite analisi di mercato, monitoraggio individuale del portafoglio, cronologie delle vendite e metriche sul volume di mercato.

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